2016, Intervento di recupero di Villa Danieli-Canal: nuovi uffici Esedra.
Ordinare, conservare, “toccare” il proprio passato è l’unico strumento che l’uomo ha per afferrare la propria essenza, prendere coscienza dei passi compiuti sulla via dell’evoluzione e guardare al futuro. È da questo bisogno che sono nate le biblioteche, qualcosa di più di semplici archivi o raccolte di libri. Sono luoghi di lettura e riflessione, ambienti in cui si respirano sensazioni di sacralità, impregnati del silenzio della cultura e del sapere. Negli anni “la biblioteca” dell’Abate Pietro Canal si è spogliata della veste di luogo sacro per indossare “altri” panni, e il suo tesoro composto da circa 24.000 volumi tra partiture musicali, incunaboli e libri, distribuiti su cinque sale è stato ceduto ad altre biblioteche venete tra cui la Marciana e resi pubblicamente consultabili. Oggi, grazie all’intervento di recupero della famiglia Canal, questi ambienti rivivono la loro funzione legata alla ricerca e allo sviluppo delle idee che, integrate al design e alla progettazione, fanno dello studio Esedra un riferimento per le attività legate al mondo dell’industrial design.
Palazzo tardo seicentesco di pregevole impostazione architettonica. La facciata principale, rivolta sul cortile a sud, presenta un ingresso ad arco in pietra bugnata, incorniciato da due piccole finestre laterali; esse interrompono la regolarità architettonica delle altre finestre allineate sull’intera altezza del fabbricato. Una pregevole trifora si rivela sul piano nobile, avvolta da una lunga balaustra e chiusa in sommità da una cornice. Analogamente una bifora parzialmente cieca si affaccia sul lato est, in via Roma. A nord un’effigie in pietra del leone di San Marco, che attesta il glorioso tempo della Serenissima, preannuncia un imperioso scalone di accesso ai vari piani del palazzo.
L’edificio è la casa-azienda dei Danieli, famiglia di affermati “imprenditori” tessili che, tra l’altro, contribuiscono finanziariamente alla costruzione del Duomo massariano; successivamente è abitazione del filologo e musicista Pietro Canal (1807-1883) e viene denominata La Biblioteca per la grande quantità di opere, specialmente musicali, che lo studioso vi raccoglie. Alla sua morte, l’abate Canal lascia in eredità alla famiglia circa 24.000 volumi tra partiture musicali, incunaboli e libri, distribuiti su cinque sale e pubblicamente consultabili. La prima sala comprendeva la collana dei classici greci e latini, la seconda di quelli italiani, la terza i testi editi dall’Accademia della Crusca, la quarta era riservata alla musica mentre l’ultima ai trattati di scienze matematiche. La raccolta è successivamente ceduta ad altre biblioteche venete tra cui la Marciana.
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